«Alzati!» – Il Vescovo Torriani tra i detenuti di Crotone: “Dio non cerca stinchi, ma cuori”

Nel giorno di Tutti i Santi, il Vescovo Alberto Torriani ha celebrato la Messa nella casa circondariale di Crotone: un incontro di fede, dove la parola del Vangelo ha indicato un cammino di speranza e risurrezione

A cura di Redazione
09 novembre 2025 12:00
«Alzati!» – Il Vescovo Torriani tra i detenuti di Crotone: “Dio non cerca stinchi, ma cuori” -
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Nel giorno della solennità di Tutti i Santi, il vescovo di Crotone, Alberto Torriani, ha scelto ancora una volta di stare tra gli ultimi. Nella casa circondariale della città ha incontrato i detenuti, condividendo con loro un momento di preghiera e di ascolto, culminato nella celebrazione della Messa nella cappella del carcere. Un gesto che richiama il suo ingresso in diocesi, quando decise di iniziare proprio da lì, da chi vive ai margini e da chi più di altri cerca una possibilità di riscatto. (la foto in evidenza è di archivio)

“Oggi celebriamo una festa che profuma di casa e di futuro – ha detto il Vescovo nell’omelia –. E la celebriamo qui, tra queste mura, dove ogni parola pesa e ogni speranza ha bisogno di radici”. Poi, con il linguaggio diretto che lo contraddistingue, ha aggiunto: “Diciamo spesso: non sono uno stinco di santo. Ma guardate: Dio non cerca stinchi, cerca cuori. I santi non sono nati perfetti: sono uomini e donne che hanno lasciato che il Vangelo li rialzasse, una volta, due volte, mille volte”.

Quel “rialzarsi” è diventato il filo conduttore della celebrazione. “Le Beatitudini – ha spiegato Torriani – non sono un rimprovero ma promesse. Non dicono: siate perfetti e allora sarete felici. Dicono: proprio lì, dove siete feriti, poveri, affamati di giustizia, Dio vi chiama beati”. E ha rivelato il significato più profondo del Vangelo: “Ogni ‘Beato’ è una mano tesa che ti dice: alzati dalla rassegnazione, dalla colpa che ti schiaccia, dal giudizio che ti etichetta. È il verbo della risurrezione, il verbo della vita nuova”.

Guardando i volti dei presenti, Torriani ha sottolineato che “alzarsi, qui dentro, non è uno slogan. È fatica, ma è possibile. È qui che le Beatitudini mostrano la loro forza concreta: beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti, beati coloro che scelgono la pace anche tra queste mura”.

Il Vescovo ha ricordato che la santità non è per pochi né per i perfetti: “I santi non sono di gesso – ha detto –. Sono uomini e donne attraversati dalla misericordia. Come il buon ladrone, come Agostino, come Camillo de Lellis. Nessuno stinco di santo: tutti cuori raggiunti e rialzati”.

Poi si è rivolto anche a chi lavora nel carcere, agli agenti, agli operatori, ai volontari: “Anche voi siete dentro la pagina delle Beatitudini. Quando unite sicurezza e rispetto, legge e misericordia, diventate costruttori di pace e di dignità”.

Infine, il cuore del messaggio: “Oggi la Chiesa ci dice: Alzati! Tu che ti senti definito dal fascicolo, alzati. Tu che porti un debito morale, alzati. Tu che pensi di essere etichettato per sempre, alzati. Nessuna etichetta resiste alla misericordia quando la lasci entrare”.

Il silenzio ha avvolto la cappella. Poi il Vescovo ha invitato ognuno a pensare a un santo, o a una persona che nella vita lo ha aiutato a rialzarsi. “È da questo amore – ha concluso – che nasce la santità. Non perché siamo perfetti, ma perché siamo amati. E oggi, per tutti noi, la parola è una sola: Alzati”.

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