Agopuntura pratica terapeutica millenaria, ecco perché parlarne è utile

Ne parla all'Italpress Roberto Gatto, presidente della Società italiana di agopuntura e dell'Associazione farmacoterapia cinese

10 dicembre 2025 11:07
Agopuntura pratica terapeutica millenaria, ecco perché parlarne è utile -
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ROMA (ITALPRESS) – L’agopuntura è una pratica terapeutica millenaria, tra le più antiche del mondo: nasce nell’ambito della medicina tradizionale cinese e si basa sull’idea che nel corpo umano scorra un’energia vitale, chiamata Shi, che circola lungo percorsi specifici, chiamati meridiani. Quando il flusso di questa energia è ostacolato o carente possono comparire dolore, disturbi funzionali o uno stato generale di squilibrio. Il trattamento consiste nell’inserimento di sottilissimi aghi sterili e monouso in punti precisi del corpo, selezionati in base ai sintomi e alla valutazione energetica della persona: l’infissione dell’ago stimola terminazioni nervose, tessuti e sistemi regolatori profondi, favorendo una risposta che può essere antinfiammatoria, antidolorifica, antifatica, antistress; si parla di un’azione riequilibrante.

“Parlare di agopuntura è utile, perché spesso se ne ha una visione non completamente esatta: è arrivata in Occidente a più riprese, ma la svolta vera e propria è arrivata nel 1997 quando, durante un convegno internazionale sul tema, si è affermato che l’agopuntura è certamente efficace nella nausea e nel vomito, dopo un’operazione e dopo la chemioterapia”, ha dichiarato Roberto Gatto, presidente della Società italiana di agopuntura e dell’Associazione farmacoterapia cinese, intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.

Il campo maggiormente indagato, spiega Gatto, “è quello del dolore e in questo senso l’agopuntura ha provatamente una funzione antinfiammatoria, sia a livello locale che lungo le vie di trasmissione del dolore stesso: la teoria più in voga su come funziona è quella che riguarda la rappresentazione cerebrale, quindi la produzione di sostanze chimiche a livello cerebrale in particolare per quanto riguarda dolore ed endorfine”. Tutto ciò, aggiunge, ha poi aperto la strada “a una visione complessiva delle modalità di azione: ci sono 203 indicazioni riportate nelle linee guida di organismi internazionali scientifici sull’agopuntura. Sicuramente il campo dolore è quello più frequente, ma l’Istituto superiore di sanità ha inserito anche la cefalea, l’emicrania, la dismenorrea, ma pure la stanchezza oncologica. Le indicazioni sono destinate a estendersi sempre di più ma ci sono anche controindicazioni, soprattutto anatomiche: ci sono punti che non vanno presi in profondità e altri che vanno evitati in gravidanza, soprattutto l’addome”.

Gatto racconta poi a cosa va incontro chi si sottopone per la prima volta a una seduta di agopuntura: “Ci si aspetta in primis ascolto da parte del medico: una seduta chiaramente non basta, in Occidente il ciclo completo va dalle sei alle otto mentre in Cina si tende a praticare un numero superiore; in generale dalla terza o quarta seduta i risultati iniziano a vedersi. Uno degli aspetti più interessanti di questa medicina di carattere preventivo è che spinge il paziente a vivere in sintonia con l’ambiente, sia fisico che sociale”.

Il presidente della Società italiana di agopuntura conclude soffermandosi sui doveri dei medici che la praticano: “Bisogna aver frequentato un corso accreditato ed essersi formati in agopuntura, secondo un accordo della Conferenza Stato-Regioni che richiede un minimo di tre anni con 500 ore teorico-pratiche; da lì si entra a far parte dei registri dei medici agopuntori depositati presso gli Ordini dei medici regionali. Oggi in Italia ci sono circa 5mila iscritti”.

– Foto tratta da Medicina Top –
(ITALPRESS).

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