#10Febbraio | Crotone non dimentica le vittime delle Foibe
Crotone – Lo scorso anno, il 10 febbraio, una targa in memoria delle vittime delle Foibe fu apposta in Piazza Martiri delle Foibe, nel quartiere Marinella. Un dono della famiglia Crea e dell’Anioc,...

Crotone – Lo scorso anno, il 10 febbraio, una targa in memoria delle vittime delle Foibe fu apposta in Piazza Martiri delle Foibe, nel quartiere Marinella. Un dono della famiglia Crea e dell’Anioc, con la targa inaugurata dall’Amministrazione Voce insieme all’Anioc stesso, alla presenza di numerose autorità civili e militari. Poi, nei giorni seguenti, la targa fu divelta da ignoti e rimasta rotta per un anno.
Quest’anno la famiglia Crea e il signor Massimiiliamo Baffa hanno realizzato una targa nuova, posizionata nella piazza che ricorda le vittime dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale, delle molte persone uccise nelle foibe.
Questa mattina si è svolta una piccola cerimonia segnata dal vento freddo e dalle temperature rigide, alla presenza dell’assessore alla Cultura Nicola Corigliano e della Commissione Cultura: «Come istituzioni ci teniamo a venire qui di nuovo, a recarci in questa piazza non solo per ricordate le vittime nel Giorno del Ricordo – ha dichiarato il titolare dell’ufficio cultura del comune di Crotone Corigliano – siamo qui per dire no all’odio, alla violenza, contro ogni forma discriminazione. La nostra parola d’ordine deve essere sempre il rispetto per ogni persona umana nella sua dignità».
La targa, adesso, è preservata dal plexiglass: «Lo scorso anno è stato consumato un gravissimo atto che forse è stato anche sottovalutato e che ha visto vandalizzare a distanza di poche ore dalla sua collocazione quello che è un simbolo importante per la nostra città e che celebra la sventura di diverse famiglie, e anche di famiglie crotonesi. La targa delle foibe ricorda qualcosa di veramente terribile e disumano», ha ricordato il presidente della Commissione Cultura Fabrizio Meo.